domenica 16 novembre 2014

Abbiamo creduto d'intenderci...

 Ma il guajo è che voi, caro mio, non saprete mai come si traduca in me
quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io
e voi, la stessa lingua, le stesse parole.
Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote?
Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, ne dirmele; e io,
nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo
creduto d’intenderci; non ci siamo intesi affatto. 
Luigi Pirandello

Capita che in un tardo pomeriggio domenicale decidi di riguardare qualche episodio di un vecchio telefilm tardo-adolescenziale. Inutile negare che quella roba è una droga, passi il tempo a chiederti perché stai a guardare dei mocciosi che fanno gli esistenzialisti giocando con la propria vita, quando potresti spegnere tutto e andare a vivere la tua, di vita. In ogni caso resti con gli occhi fissi sullo schermo, distogliere l'attenzione è impossibile, aspetta che è un bel casino, questa si è innamorata del ragazzo della sua migliora amica... e ora come si risolve?
Ecco! Sono cose alle quali da ragazzino non pensi, quando di fronte a certi telefilm ci passavi davvero tutti i pomeriggi, ma dietro a quella storia ci sono degli attori che recitano un copione, un copione scritto da sceneggiatori interessati a continui problemi e incompresioni allo scopo di tenerti incollato alla trasmissione, arrabbiato con tizio, a solidarizzare con caio, a chiederti perché nessuno vuole capire che sarebbe così facile mettersi daccordo. Eh sì, facile sarebbe facile... ma poi chi se lo guarà più il telefilm se tutto si appiana? Se tutti sono felici e contenti la baracca chiude, quindi tocca litigare e rifiutarsi di capire.
E appunto a questo pensavo stasera: alle stupide incompresioni, ai momenti in cui basterebbe provare a spiegarsi, basterebbe restare un attimo ad ascoltare le ragioni dell'altro e provare a concedere il beneficio del dubbio. 

Questa cosa orribile, che fa veramente impazzire: che se siete
accanto a un altro, e gli guardate gli occhi [...] potete figurarvi
come un mendico davanti ad una porta in cui non potrà mai entrare: chi
vi entra, non sarete mai voi, col vostro mondo dentro, come lo vedete e
lo toccate; ma uno ignoto a voi, come quell’altro nel suo mondo
impenetrabile vi vede e vi tocca. 
Luigi Pirandello

Tutte quelle volte in cui ci siamo arrabbiati con qualcuno e abbiamo rifiutato di ascoltare le sue ragioni, tutte le volte in cui siamo rimasti delusi da qualcuno e ce ne siamo andati, lasciandoci tutto alle spalle, senza chiedere perché, ogni volta abbiamo privato una persona dell'occasione di spiegare, di scusarsi, e ci siamo privati noi stessi dell'occasione di capire e, magari, di perdonare.
Non voglio certo dire che ci si possa sempre chiarire, alle volte pur essendo in buona fede siamo semplicemente troppo diversi per riuscire a trovare una reciproca comprensione. E ci sono purtroppo volte in cui dare fiducia a qualcuno e concedere una seconda possibilità si rivela un errore che si rimpiange per motlo tempo. Insomma è sempre difficile fare la scelta giusta, del resto è della nostra vita che parliamo... e non è un telefilm.

Confidarsi con qualcuno, questo sì, è veramente da pazzo!
Luigi Pirandello

Pirandello mi è particolarmente caro, leggerlo è come scoprire che qualcuno ti conosce meglio di quanto tu conosca te stesso.
Mi sorprende il fatto che le tre citazioni che ho scelto sono le stesse che ho usato in un post che per quanto mi riguarda traccia un solco nella mia vita. Si tratta di un intervento del 6 giugno 2009, l'ultima delle mie, per qualcuno famose, "puntate". Sono passati cinque anni, ma è come se fosse cambiato tutto rispetto al periodo che precedette quella "puntata", mentre così poco sono cambiato dalla persona che ha scritto quello sfogo. In un certo senso il tema è simile. Per chi fosse interessato, potete trovare a questo link  il pezzo a cui mi riferisco.
Grazie di essere passati.


Nessun commento:

Posta un commento